Tra il Brasile e il Venezuela, nelle grandi aree amazzoniche, si possono individuare reazioni biologiche in grado di aiutarci a comprendere fenomeni scientifici ben più complessi. Per chi si occupa di infezioni batteriche e resistenza agli antibiotici, un problema in costante crescita dalle nostre parti e non solo, appare quindi affascinante ciò che avviene negli Yanomami, tribù nomade scoperta solo pochi anni fa che presenta nel microbioma intestinale e cutaneo specifici germi in grado di risultare totalmente resistenti alle terapie antibiotiche più comuni. Il tutto, sia chiaro, non per un'esposizione errata e prolungata a questi medicinali né tanto meno un uso improprio dell'antibioticoterapia come si osserva nei Paesi più sviluppati. Semplicemente gli Yanomami, pur vivendo isolati per più di 10.000 anni, hanno sviluppato nel loro corpo ceppi batterici che hanno dovuto adattarsi allo stimolo selettivo indotto dalle numerose sostanze con attività antibiotico presenti in natura. Questo studio, estremamente interessante sotto il profilo biologico, è stato pubblicato sulla rivista Science Advances e aggiunge un ulteriore tassello sul ruolo della microflora presente nell'organismo umano e della "biodiversità" dei ceppi batterici presenti. L'eccessiva "uguaglianza" sotto questo aspetto nella flora batterica dei soggetti potrebbe essere infatti una possibile concausa per tante patologie dell'era moderna e della "debolezza" dell'organismo dell'uomo civilizzato di fronte ai batteri.
Fonte: edott.it